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Diari Meridiani


In questo mio peregrinare meridiano ho visto e cercato le assenze, gli abbandoni, gli angoli bui, i residui di vita, le nostalgie, i cardi secchi, le frane, le rovine, la ruggine, le sedie sfondate, i solai bucati, i legni laceri, i vuoti. I vuoti di vita nei luoghi e nelle persone. E il personalissimo modo di ciascuna delle persone incontrate di farsi compagnia in questo vuoto, in questa assenza. Di resistere e di amarsi. Di rimettersi in vita per salvarsi. Di appartenere al proprio volto. Di abitare il proprio luogo, di prendersene cura con dolcezza e di raccontarlo per salvarlo. Di ritornare ai paesi dell’abbandono e ripopolarli di nuova vita, attraverso l’esercizio malinconico della nostalgia. O di restare, ostinatamente restare.


Annalisa Ramundo


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